mercoledì 27 luglio 2005

BEHA...TA GIOVENTU'

L'altro ieri ho presenziato alla Festa de l’Unità di Roma.
Era l’ultima sera!
L’occasione è stata la presentazione del nuovo libro di Oliviero Beha “Crescete e prostituitevi”.
Emblematico il sottotitolo:
“In un Repubblica fondata sul denaro, l’Italia di Berlusconi e di una Sinistra in riparazione manda ai giovani un pessimo messaggio”.
Non potevo mancare. La sala era gremita di persone. Tanti giovani. Tante persone di mezza età.
Oliviero non te lo manda di certo a dire: parla, dice, prove alla mano, spara a zero su tutti.
Su Berlusconi, emblema del moderno “menefrego”, con il suo atteggiamento scimmiottesco e burlone: simbolo della decadenza politica e culturale di un paese. Sulla Sinistra che, per inseguire i risultati e il modus operandi di Berlusconi, perde i pezzi della sua identità e si spacca sulle questioni più rilevanti. Sui giovani degli anni ’60 che intuivano un futuro migliore e sui giovani di oggi, i figli, che intuiscono invece un futuro incerto, instabile, ambiguo, per niente sicuro, per niente fondato sul lavoro. Di fronte a loro, infatti, un’Italia fondata sul denaro, dove, chi non ce la fa, resta fuori dai giochi.
Il cruccio più grande di Beha? Il Berlusconismo, un atteggiamento ormai diffuso che non risparmia nessuno, né a destra né a sinistra. Berlusconi è solo il fantoccio di un modo di fare tutto italiano, di una realtà che facciamo spesso finta di non vedere dove l’apparenza, la superficialità di giudizio, l’ignoranza supponente, la cupidigia, la deresponsabilizzazione di molti dei nostri cittadini fanno da padroni. Non c’è più etica nel popolo, non c’è più morale nella politica. Questo il sunto.
Se ne può uscire? Come può, questa nostra generazione, risollevare la testa?
Lo può fare. Una via di uscita c’è.
Oliviero elogia il mondo del volontariato, il movimento per la pace, tutti quei giovani che lavorano e si impegnano, nonostante tutto, per un mondo migliore. I giovani che vanno coraggiosamente controcorrente. I giovani che non vogliono essere né veline né calciatori. In un sistema dove tutto è egoismo e sopraffazione, ignoranza e rassegnazione, c’è una fetta di società giovane che reagisce. Che parla. Che dice cose interessanti di cui tutti, a parere di Beha, dovrebbero tener conto.
L’ottimismo viene veicolato anche alla Sinistra. Quello di Oliviero è un invito che ha ricevuto un applauso lungo e accorato: la Sinistra smetta di copiare un modo di fare politica che non gli appartiene e rimarchi bene la differenza di valori e di etica che intercorre tra essa e il centro-destra di Berlusconi. I valori, ecco il punto. Ripartire dai valori.
Per non avere nel 2006 una nuova classe dirigente già vecchia e consunta. Per non avere nel 2006 una classe dirigente che parla solo agli ultrasessantacinquenni o ai “giovani di partito” già consumati da procedure “a sgambetto” e forse meno consoni a testimoniare una generazione che reagisce davvero.
Per avere nel 2006, accanto ai “must” dei ragazzi degli anni ’60, anche gli “enjoy” delle nuove generazioni…quelle che lottano per il posto di lavoro, quelle che scendono in piazza per chiedere la pace, quelle che ogni giorno, a prescindere dalla tessera del partito, fanno del loro meglio e si sforzano di lavorare per un paese che non li ripaga di nulla, quelli che prestano gratis le loro braccia, quelli che “fanno” senza avere la pretesa di qualcosa in cambio, quelli in prima linea nelle fabbriche dei co.pro., quelli che vanno a vivere da soli tra mille difficoltà, quelli che reagiscono davvero e non accettano scorciatoie, quelli che non vanno in giro con la mercedes di papà, quelli che non emigrano all’estero.
Si punti su questi valori!!! Si punti su questi giovani!!!
Grazie Beha: è il miglior riconoscimento che tu potessi fare ad una generazione che, senza padroni, senza oneri od onori, senza tessere di partito, ha alzato la testa ogni giorno. Sempre. Tutti i giorni!!!

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