venerdì 15 luglio 2005

SIN FRONTIERA NI ALAMBRADOS

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Venerdi 15 luglio SERATA A SOTTOSCRIZIONE PER RADIO MAPUCHE INGRESSO 3 EURO MOSTRA FOTOGRAFICA "PAROLA " ALFABETIZZAZIONEA BUENOS AIRES DIJULIAN ATHOS-CAGGIANO Ore 21.00 PROIEZIONI VIDEO: MARICHI WEU INDYMEDIA ARGENTINA MARIMARI PENI CAROVANA YA BASTA IN PUELMAPU
Ore 22.30 PATAGONCHE? LA MUSICA CHE DISEGNA LE PAROLEMUSICA POESIA E DISEGNO DAL VIVOSPETTACOLO TEATRALE MUSICALE
Dalle ore 20.00 CENA A CURA DELL'OSTERIA DEL CORTOC.S.O.A.CORTO CIRCUITO -
Via F. Serafini 56
Sin frontiera ni alambrados
"C'è chi crede che la terra gli appartenga noi sappiamo di appartenere alla terra"
La popolazione Mapuche ("Gente della terra") in Argentina conta circa 100.000membri localizzati soprattutto nelle province patagoniche di Neuquhn, Chubute Rio Negro. Prima che venisse conquistato, il territorio Mapuche ("WallMapu") si estendeva da entrambe i lati della Cordigliera delle Ande, macon la costituzione degli stati del Cile e dell'Argentina, iniziarono le campagne di sottomissione delle comunità.In Patagonia la colonizzazione comincia circa un secolo e mezzo fa con unapolitica di "integrazionismo" e con il "piano di colonizzazione indigena"e la "campagna del deserto" attraverso le quali il famigerato generale Roca ha sterminato i Mapuche. Questa colonizzazione ed invasione, tesa a guadagnare ampie estensioni di territorio per attività agricole e di allevamento allo scopo di servire il mercato agro-allevatore esterno, ebbe come conseguenze l'incorporazione definitiva del territorio Mapuche alla sovranità dello stato argentino e l'assoggettamento di questi alle autorità dello stesso.L'oppressione si realizza attraverso la privazione della terra, trasferimenti forzati, eliminazione fisica dei membri della comunità ma soprattutto attraverso un'integrazione forzata che, allo scopo di uniformare e annullare le diversità,impose nuove forme di vita, nuovi valori, sistemi e lingue. Attualmente la maggioranza del popolo Mapuche è inserita nei settori più emarginati delle grandi città presenti nel territorio della Patagonia come Santiago del Cile o Neuquin in Argentina ed è presente in misura minore nelle zone rurali anche se si sta manifestando in maniera sempre più forte la necessità di ritornare ai propri territori ancestrali che sono il contesto più adeguato a ricreare la propria cultura. Oggi sono pochissime le comunità alle quali è riconosciuta la proprietà comunitaria delle terre; la maggior parte delle comunità Mapuche vive in territori che sono considerati dallo stato come "fiscali" nei quali i singoli abitanti possiedono un documento, di poco valore, che è il "permesso precario di occupazione". Sostanzialmente coloro che detengono la proprietà della terra sono gli immigrati, gli stranieri e le multinazionali che hanno comperato grandi estensioni, mentre i popoli nativi non hanno nessun riconoscimento della proprietà collettiva e tanto meno del diritto all'autodeterminazione nei suoi spazi territoriali. In questo contesto s'inserisce la multinazionale Benetton.Benetton arriva in Patagonia portando con se la sua ideologia commerciale ed inizia ad estendersi in un'enorme proprietà che comprende tre province (Chubut, Rio Negro e Neuquin). All'interno dei 900 000 ettari della proprietà Benetton si trovano fiumi,laghi, montagne, vallate e strade, sentieri ancestrali che il popolo Mapuche ha sempre utilizzato per recarsi da una comunità all'altra: oggi tutto questo è delimitato da recinzioni di filo spinato che non si possono oltrepassare,mentre nei fiumi e nei laghi é vietata la pesca, il controllo della proprietà avviene con l'uso di guardie private e della stessa polizia. Nella Provincia del Chubut, di fronte alla tenuta agricola di Leleque, è stato costruito un commissariato; questo non rappresenterebbe una stranezza per un qualunque paese, ma nel mezzo del "nulla" della Patagonia la gente non sapeva trovare un senso alla costruzione di una stazione di polizia,fino a quando non si venne a sapere che il nuovo commissariato era finanziato dalla Compaqia Tierras del Sur Argentino (proprietà di Benetton). Come i vecchi conquistadores della Patagonia, i nuovi padroni della provincia recintata,hanno dalla loro lo Stato come grande benefattore e protettore. Una storia che siamo già fin troppo abituati a vedere.Questa situazione di controllo permanente impedisce ai mapuche di esercitare le proprie attività ancestrali come la caccia che ora viene loro impedita in un territorio enorme completamente recintato e controllato. Ci sono intutto il territorio Mapuche molte esperienze di recupero di terreni inutilizzati,che spesso costringono intere comunità a subire cause penali e minacce fisiche."Globalizzare la resistenza", questa è una delle richieste del popolo Mapuche:sostenere in questi territori il recupero della terra, la salvaguardia delle risorse naturali, dell'acqua e della natura che esplode in tutte le sue forme in una terra meravigliosa come la Patagonia.I mapuche, commentando gli avvenimenti collegati alla loro lotta per ildiritto alla terra ci dicono:"L'unica certezza oggi è che ogni processo ed ogni sfratto che subiamo non fa altro che rafforzare le organizzazioni del Popolo Mapuche. Perché "por cada uno que cae, diez se levantaran" (per ognuno che cade, dieci si alzeranno)...Tanti e diversi sono gli attori di queste storie, colonnelli, multinazionali,ricchi attori e militari ma unico e globale è il nemico che i movimenti e i popoli come i mapuche devono sconfiggere. Il Neoliberismo, il sistema economico che ha portato un paese ricco come l'Argentina al crollo finanziario del 2001, che ha tolto dignità e speranza a milioni di persone che improvvisamente hanno perso tutto: il lavoro, la casa, una vita degna che ha fatto nascere,dalla rabbia della gente, movimenti e alternative concrete come quello dellef abbriche recuperate o dei progetti autonomi di autogestione della vita nei quartieri promossi dal Movimento dei Lavoratori Disoccupati (MTD).Le lotte dei popoli nativi si inseriscono nell'attuale contesto d'estremo individualismo, esasperato da una globalizzazione che in Argentina e nell'America Latina produce effetti devastanti, non soltanto nelle economie regionali,ma anche nelle identità culturali.Il nuovo movimento mapuche sta dando i suoi frutti.Loro reclamano una nuova relazione interculturale, uno sviluppo con identità,autonomia, diritto ad una vita degna senza la quale "la giustizia è una farsa e la democrazia , una menzogna".L'Associazione Ya Basta sta promuovendo un progetto per la realizzazionedi una Radio Comunitaria per i diritti del popolo Mapuche che verrà costruita,grazie al sostegno di tutti, proprio nelle terre dei Benetton e permetterà alle comunità di promuovere cultura e nuove forme di resistenza. Un mezzo di comunicazione come la Radio è fondamentale in un territorio così vasto e ostile come la Patagonia e permetterà alle comunità di sentirsi meno isolate anche se circondate da chilometri di filo spinato.
http://www.globalproject.info/art-3481.html info sulla carovana marimaripeni.
http://www.globalproject.info/art-3483.html info sulla questione del popolo mapuche.

Nessun commento: