martedì 28 giugno 2005

PRIDE MILANO 2005

Il mio primo Pride è stato nel 1998 a Roma e l’ho vissuto quasi in apnea per la paura di essere ripresa o fotografata:era l’anno del comingout in famiglia,quindi con animo incerto mi sono avviata più per vedere “Quanti ce ne possono essere come me?”,che per coscienza o orgoglio-pride,appunto.L’anno successivo seguii il corteo con spirito diverso,con il mio fedele scooter addobbato per l’occasione.Poi,il 2000:un corteo infinito di froci&friends nella città santa!Tra papaboys e gogoboys,tutto sommato la folla che si radunò a Roma fu solo un pretesto per accaparrarsi voti e fedeli.Peccato che gli anni precedenti la gente non fosse così tanta e nemmeno gli anni seguenti-carnevalate ad hoc per sciacallaggio mediatico,su cui sorvolerei.Forse messa in crisi da una classe politica che vanifica la forza delle diversità,cercando di canonizzare-nel senso di diritto canonico-qualunque aspetto della vita quotidiana,l’Italia sembra essersi svegliata dal torpore.Così quest’anno i servizi dei tg hanno trovato ben poco da montare per la gogna televisiva:poche tette e culi in mostra,ma tanti cartelli che inneggiavano ai diritti reali:una legislazione sana e laica in materia di famiglia e procreazione,alla faccia di chi predica bene e razzola male.infatti,molti ei parlamentari italiani che millantano “Dio,Patria,Famiglia”,sono già alle seconde se non alle terze nozze.Per non parlare di chi,dopo aver lottato per leggi giuste e doverose come quelle sul divorzio e sull’aborto,dopo aver patrocinato sotto campagna elettorale il World Gay Pride del 2000 a Roma,si permette di diventare un baciapile e di dire “Al referendum io mi asterrò”.Facile per uno che ha figli suoi e che siccome si chiama Rutelli ne ha pure generosamente,ed immagino senza tanta burocrazia,adottato uno.Ma tant’è,torniamo al corteo:tanti giovani,segno dei tempi che cambiano e delle paure che passano;commovente il carro dell’AGEDO-associazione genitori di omosessuali,più che un carro un pranzo di famiglia per capire e capirsi di più;incazzato,mi si apssi il termine,il carro delle transessuali,meno colorato del solito,per dare più peso alle rivendicazione del diritto al lavoro e ad un’esistenza fuori dai luoghi comuni;ed infine il trenino delle famiglie omosessuali,una vagonata di volti stanchi ma felici,alla faccia del ministro Calderoli detto “mettiamo una taglia”.Su quel trenino spero do esserci anche io,non più per chiedere di avere ma per festeggiare di aver avuto,anche io, Dio,Patria,Famiglia. (Il referendum è andato come è andato,ma non disperare,puoi consolarti con 2 punti in più sulla patente.A patto che,dall’entrata in vigore del nuovo codice della strada tu non abbia commesso infrazioni e non sia diventato omosessuale-in questo caso la patente te la levano del tutto e i punti te li mettono all’ospedale militare…).


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